Quasi un anno fa, abbiamo scritto un articolo sugli stili e i trend 2018 del mercato ho.re.ca. [leggi l’articolo]

Riportandovi gli spunti raccolti dalle fiere di settore, volevamo darvi dei consigli su come arredare alla moda il vostro locale. Il punto di partenza del nostro ragionamento era la convinzione che curare la propria immagine aziendale è fondamentale per distinguersi e rendere memorabile il proprio brand. Effettivamente il 2018 ha confermato la tendenza dei locali a puntare molto su un arredamento di design, tematico e handmade. Questa volta vi proponiamo una lettura leggera, ma altrettanto curiosa, su un altro elemento che può fare la differenza per il successo di un locale: il design e la struttura del menu.

Ma perché ci soffermiamo ancora sulle tendenze comunicative della ristorazione d’oggi?

Perché, il nostro lavoro di Lavanderia Industriale non si limita al semplice lavaggio e sanificazione. Nel relazionarci con titolati e gestori di ristoranti, locali e hotel assumiamo le vesti, anche, di consulenti di stile. un menu studiato nella grafica e nei contenuti può valorizzare ulteriormente l’immagine generale di un locale sposandosi alla perfezione con il tovagliato e l’abbigliamento del personale di sala e cucina (consigliati da noi ?), la mise en place, i colori delle pareti, la materialità dei tavoli etc. Ricordiamoci sempre di quel famosissimo detto che recita: “si mangia anche con gli occhi”

La psicologia di un menu personalizzato

Di fronte all’ampia offerta che ristoranti e bistrot offrono, ogni aspetto comunicativo può fare la differenza. Pensateci. Quando vi sedete al tavolo di un locale e prendete in mano il menu, non vi è mai capitato di osservarlo e preferirlo ad un altro per la lunghezza o per il carattere tipografico utilizzato? Questa “tendenza a giudicare un menu” è un comportamento spontaneo ma, in realtà, dietro alla creazione del menù c’è un vero e proprio studio grafico, estetico e personale. Ebbene, siamo pronti a svelarvi alcuni suggerimenti per:

  • creare un menu personalizzato, di design e – perché no? – in linea con le tendenze della ristorazione 2019
  • riconoscere un menu customer friendly

 

Come creare un menu efficace e originale: idee e regole

1. Dire chi sei nella prima pagina del menu Nella prima pagina è carino scrivere una frase che identifichi il ristorante, una frase che faccia capire cosa ti rende unico. Un’altra idea è riportare citazioni sul cibo e sul vino, soprattutto romantiche o divertenti.

2. Lunghezza del menu Prediligere un menù di 2 pagine: una a destra e una a sinistra. Così non si fa confusione e si ha tutto sott’occhio. Pensiamoci bene, chi va al ristorante vuole rilassarsi e non leggere un romanzo o peggio ancora un trattato.   Nello spazio dei 2 fogli, è utile inserire anche il menù dei dolci, dei formaggi e una selezione di vini al calice o in bottiglia del ristorante da abbinarci … è molto più facile vendere un abbinamento così, non trovate? Evitare il menù fotografico. Ormai è passato di moda anche quello.

3. Numero delle portate del menu Un menù ben riuscito offre la giusta quantità di scelte. Troppe scelte confondono. “Cut choices, boost sales” – “Taglia le opportunità di scelta per aumentare le vendite”   Una giusta proporzione? Se non siamo un ristorante specializzato in carne o pesce, diamo sempre 3/4 alternative di carne, 3/4 alternative di pesce e 2/3 alternative vegetariane! Le scelte vegetariane, se ben studiate, piacciono a tutti: basta pensare ad un piatto di cappellacci di zucca su fonduta di pecorino con magari una grattata di tartufo sopra… anche un “carnivoro” lo mangerebbe!  

4. Ordine crescente nella costruzione del menu Il primo piatto del menu deve avere il prezzo più basso e l’ultimo piatto deve avere il prezzo più alto. E questo deve valere per tutto, dall’antipasto al dolce.

5. Nomi dei piatti: originalità ma con moderazione Quando si inventa il nome del piatto non bisogna essere TROPPO originali. Alla gente piace capire cosa sta mangiando ma per evitare una brutta figura lo staff di sala deve conoscere alla perfezione i piatti in menu.   Molto interessante è indicare i fornitori di qualità, i prodotti ricercati come quelli DOP, Slow Food o di altri presidi. Ma, anche in questo caso, bisogna essere accurati nello scrivere correttamente i nomi dei piatti (soprattutto se si vuole proporre la preparazione tradizionale di una determinata città)

6. Font di carattere Per quanto riguarda il design grafico del menu, è meglio evitare di scrivere i nomi dei piatti in “tutto maiuscolo” e di usare font gotici o poco leggibili. La scelta migliore è quello di prediligere uno stile minimale e chiaro. Per far aumentare la percezione di valore di un piatto, perché non nominare i piatti con il nome stesso dei prodotti? Ad esempio, invece di scrivere “filetto di maiale con aceto e verdure”, riportare: “Filetto di Mora Romagnola con aceto balsamico tradizionale di Reggio Emilia invecchiato 25 anni su letto del nostro orto”.   Sicuramente con l’ultima dicitura il piatto diventa più buono e si giustifica da solo il costo a listino.

7. Prezzi (la nota dolente) Il prezzo deve essere scritto con lo stesso font delle portate, meglio se in numero. Usare sempre una cifra intera, senza virgole; evitare prezzi come 9,99 € che fanno tanto da supermercato. Graficamente i prezzi vanno sempre scritti allineati a destra, per dare un senso di ordine.

8. Un ristoratore non è un grafico! Lo so, molti ristoratori considerano un grafico un costo inutile. Ma si dice anche: Non c’è una seconda occasione per fare una prima impressione. Comporre un menu è un grande impegno estetico, che va svolto con grande professionalità da personale qualificato capace di far fare al locale un’ottima prima impressione! Tutto deve essere curato nel dettaglio, dal layout alla scelta della carta. Se ci avete seguito fino alla fine, allora, vi farà piacere conoscere la regola aurea del menu perfetto!   Il design del menu, la proposta culinarie, la grafica interna e i prezzi devono essere sempre allineati allo stile e al target del locale.

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